“Le condizioni” da parte di Putin per un cessate il fuoco “non sono mature ma è stato aperto poi il corridoio di Mariupol che è la notizia che avete visto oggi“. È quanto ha dichiarato Mario Draghi durante l’incontro con la stampa estera riferendo del colloquio con il capo del Cremlino. Il Presidente del Consiglio ha inoltre spiegato che l’Italia potrebbe avere un ruolo fondamentale nell’eventuale raggiungimento di un accordo di pace tra le due nazioni in quanto è stata richiesta come garante per l’attuazione di eventuali clausole negoziali. “In tutto questo ho riaffermato la disponibilità dell’Italia” a collaborare per costruire un percorso di pace “che è stata accolta e la telefonata si è conclusa con l’intenzione di mantenersi in contatto“, ha affermato.
Quando gli è stato chiesto a che punto siano i negoziati il premier ha sottolineato che per risolvere nodi cruciali è necessario un incontro con Zelensky, che sta chiedendo la possibilità di avere un confronto dall’inizio del conflitto. Putin, nella telefonata di un’ora avvenuta ieri, dal canto suo ha risposto che “i tempi non sono maturi” nonostante le posizioni delle due parti si siano notevolmente avvicinate negli ultimi giorni. Ai giornalisti Draghi ha detto che nonostante i passi avanti a livello diplomatico bisogna essere cauti perché aleggia ancora molto scetticismo tra le parti, ma “tutti desideriamo vedere uno spiraglio di luce“.
“Putin è cambiato dall’inizio della guerra? Credo di sì, ma sono cauto nei giudizi”
Quando gli è stato chiesto se Putin avesse cambiato atteggiamento da quando è iniziata la guerra il premier ha definito la risposta ‘complessa’: “Credo di aver notato un cambiamento, ma sono cauto nell’interpretazione” di questi “segni perché la situazione è in evoluzione. Credo di aver notato un cambiamento nei toni, ma non potrei dire se sia vero, in una telefonata di 40 minuti è difficile capire“.

Le spese militari e la querelle con Conte
In riferimento all’impegno dell’Italia per il 2% del Pil per le spese militari con la Nato Draghi ha ricordato che l’impegno “è stato preso nel 2014 ed è stato ribadito da tutti i governi, dal 2018 al 2021 le spese nel bilancio delle difese sono aumentate tra il 17% e il 26-27%“. In conclusione “l‘impegno dell’Italia è confermare quanto fatto precedentemente e gli impegni con la Nato“. Sulla divergenza di opinioni con il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio ha riferito di un incontro durante il quale è stato chiesto un’allungamento dei tempi per raggiungere il 2% al 2030. Richiesta respinta al mittente in quanto Draghi ha ribadito la volontà di seguire le linee guida stabilite dal Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, per il 2028.
Crisi ucraina, misure in vista a sostegno di famiglie, imprese e per combattere il caro prezzi
Sul Def, replicando replicando a una domanda sul punto, il premier ha affermato che non è prevista alcuna indicazione specifica di spese militari: “Il vincolo del 2024 – ha spiegato – è un vincolo che in realtà è stato preso come un’indicazione e non come un obiettivo e molti governi Ue lo hanno disatteso. L’Italia ha un livello un po’ sotto la Germania, molto sotto la Francia e il Regno Unito. Noi siamo intorno all’1,4% ma l’obiettivo del 2% è un obiettivo verso cui tendere con continuità e realismo. Non c’è alcuna sorpresa in questo obiettivo di tendenza“. Poi ha aggiunto che le prossima settimana incontrerà i sindacati per discutere sulle misure che il Governo ha in cantiere per sostenere imprese e famiglie e per combattere il caro prezzi dovuto alla crisi ucraina.