C’è l’intesa per riconvertire l’ex Manifattura Tabacchi di Torino in un nuovo distretto culturale della Città.
L’ex Manifattura, tra le più antiche fabbriche di Torino, ospitata in un complesso immobiliare di 90.000 metri quadrati ed edificato tra il ‘700 ed il ‘900 sui resti di una precedente residenza sabauda, è oggi vincolata dal MIBACT e si presta ad ospitare un Polo Universitario ed un Polo Archivistico con aule, centri studi e depositi degli Archivi di Stato di Torino, Asti Biella, Cuneo e Verbania afferenti alla Direzione Generale Archivi del Ministero della Cultura. La riqualificazione dell’area permetterà di ridare vita al quartiere di Corso Regio Parco, recuperando aree verdi e collegandosi in modo capillare con il resto della Città grazie alla linea 2 della metro, per la quale Torino ha di recente ottenuto i finanziamenti necessari alla realizzazione.



Un’operazione ambiziosa, siglata dall’accordo tra l’Agenzia del Demanio, proprietaria del complesso industriale, il Ministero della Cultura e per esso la Direzione Generale Archivi, la Soprintendenza Archeologica per la città metropolitana di Torino, la Regione Piemonte, la Città di Torino, il Politecnico e l’Università degli Studi di Torino.
Alla presentazione dell’accordo, svoltosi questo pomeriggio all’interno del cortile dell’ex Manifattura Tabacchi, la Direttrice del Demanio dello Stato Alessandra del Verme ha descritto il ripristino degli spazi dell’ex Manifattura, che “rappresenta un passato che deve essere visto in un’ottica di futuro”, come “un’occasione straordinaria per il territorio”. Un segno importante per la cittadinanza e dallo spirito fortemente culturale.
Risorse dal Pnrr e dal Next Generation EU
Presente anche il Governatore della Regione Alberto Cirio, che ha restituito una visione plastica del progetto. “L’operazione di oggi è strategia per Torino ed il Piemonte – ha chiarito Cirio – e ha le caratteristiche per diventare un momento storico”. “Vogliamo fare squadra e lavorare insieme – ha proseguito il Presidente della Regione – si tratta di un progetto ampio che senza i fondi del Pnrr non potremmo realizzare”. Infatti, il progetto di rigenerazione urbana dell’ex Manifattura sarà realizzato anche grazie alle risorse derivanti il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Pnrr – e al Next Generation EU: in particolare i fondi fanno riferimento alla quarta missione del Pnrr, capitolo dedicato appunto all’Istruzione e alla Ricerca. Il protocollo di intesa, “traccia la strada su una strategia che punta alla riconversione degli spazi” come ha spiegato Stefano Lo Russo, Sindaco della Città. L’ex Manifattura “può trovare una nuova vita di interesse pubblico in una nuova Torino con la visione internazionale, accogliente per gli studenti di tutto il mondo. Operazione di riconversione verso le aree verdi – ha proseguito Lo Russo – nel nostro disegno di Città da questo posto si potranno raggiungere i plessi universitari con la linea 2 della metropolitana”.

Convocato il tavolo tecnico
Un tavolo tecnico operativo, già convocato per la metà del mese di giugno, dove si lavora con grande sinergia. Come sottolineato anche dal Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco. “Oggi le innovazioni e le soluzioni si trovano in gruppo” ha spiegato Saracco che ha evidenziato come molta della progettualità che c’è nel Pnrr per la riduzione delle disuguaglianze e per l’inclusione sociale è data agli enti territoriali. “Ecco allora che questo progetto consentirà ai 600 studenti che verranno qua di permeare il quartiere, così come le Università stanno diventando università per l’impatto sociale”, ha concluso il Rettore. Un impegno, quello delle Università torinesi, che punta a valorizzare le competenze verticali dei ragazzi, e il nuovo distretto culturale sarà un luogo di commistione di saperi.
“Abbiamo buone chance di poter avere i fondi necessari alla ristrutturazione” ha concluso Lo Russo, che vuole una Torino sempre più universitaria ed interconnessa. “Una parte di finanziamenti sarà attivata nell’ambito del Pnrr, associata ad un’operazione di cofinanziamento degli investitori istituzionali”.