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Torino riscopre le teleferiche per collegamenti green

Torino. Collegare l’agglomerato urbano di Torino con la sua collina con un sistema teleferico sta tornando d’attualità. Uno spiraglio lo ha aperto l’assessore comunale Rosanna Purchia, richiamando uno dei sistemi che in passato hanno unito la città al suo più grande polmone verde.

Infatti nell’ultimo decennio dell’’800 e sino al periodo della Seconda Guerra Mondiale una funicolare permetteva dal Valentino di raggiungere il Monte dei Cappuccini, che finirebbe di essere una sommità che viene ammirata a distanza, ma che pochissimi raggiungono, rimanendo un elemento quasi estraneo a Torino, nonostante la valenza architettonica e paesaggistica che possiede.

L’ipotesi, è ancora lontana da essere un vero progetto, piace anche alla Sovrintendenza ai Beni Architettonici ed Ambientali. La speranza è che l’idea si traduca in progetto prima e in una realizzazione poi e che non faccia la misera fine di un particolare ascensore, di cui si parlò alla vigilia delle Olimpiadi invernali, ma poi fini nel dimenticatoio.

Monte dei Cappuccini (Facebook)

La spettacolare Ovovia di Italia ‘61 spazzata via dall’industrializzazione

Per la grande manifestazione delle celebrazioni per il centenario dell’Unità d’Italia, Torino accolse oltre 4 milioni di visitatori, che si riversarono soprattutto zona Millefonti in cui sorse il complesso degli edifici di Italia ’61, creati appositamente per questo evento. Tra le varie attrazioni ebbero particolare successo la Monorotaia che correva dal Palazzo del Lavoro ai confini con il Museo dell’Automobile e l’Ovovia che conduceva al colle di Cavoretto, sorvolando il Po.

La teleferica aveva sessantuno piccole cabine di forma ovoidale e dai colori sgargianti: rosso, blu e giallo, che scorrevano su un cavo lungo 871 metri e sospeso a 10 metri di altezza. La stazione di partenza era posta vicina ai padiglioni della “Mostra delle Regioni” e i viaggiatori, superato  un dislivello altimetrico di 120 metri, arrivavano nel Parco Europa, sul colle di Cavoretto, sorvolando il Po. Il funzionamento era garantito da un motore elettrico che dava alle cabine  la possibilità di raggiungere la velocità di 3 m al secondo L’Ovovia poteva trasportare circa 700 passeggeri all’ora in ogni direzione che potevano viaggiare sospesi ed ammirare Torino dall’alto. Il costo della corsa era di 100 lire.

“La funivia fu sicuramente una delle idee più originali realizzate durante l’Expo di Italia ’61 – scriveva l’ingegner Dante Grassi nel suo volume rievocativo “Torino Italia ’61” che portarono Torino ad essere la città più futuristica d’Italia, capitale dell’innovazione e del design”.

Purtroppo chiusi i battenti delle celebrazioni sia l’Ovovia che la Monorotaia furono abbandonate all’obblio e poi smantellate, perdendo due gioielli di tecnologia e una formidabile attrazione turistica.

Adesso ritorna d’attualità l’idea di collegare Torino con un angolo della sua splendida collina. Dopo i tempi della corsa all’industrializzazione, ora la tendenza è favorire l’ambiente e la combinazione potrebbe essere favorevole.

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