domenica, 11 Giugno 2023
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Torino

È allarme ozono. Il caldo non si ferma, autobotti e ordinanze

Il caldo non si ferma e trascina con sé siccità e superamento dei livelli d’ozono nell’aria. Una crisi idrica causata dalla mancanza di piogge da oltre 110, che mette in ginocchio agricoltura ed industria. L’Autorità distrettuale del fiume Po ha segnalato decine di comuni lombardi e piemontesi in difficoltà: i serbatoi locali si alimentano da sorgenti che non esistono più.

Autobotti per rifornire i comuni di acqua potabile

Nel torinese i dati locali delineano una situazione parecchio critica, sorgenti e fonti hanno subito un forte calo della portata e si è dunque reso necessario, per undici comuni, la fornitura di acqua con autobotti. Nel Torinese forniture di acqua potabile in paesi delle valli Susa e Pellice, nel Canavese e in Valchiusella. La situazione non è migliore nelle altre province della regione. Nel Verbano-Cusio-Ossola e nella pianura novarese da febbraio a oggi sono già stati effettuati oltre mille interventi di approvvigionamento idrico e la situazione sta diventando critica in alcuni paesi.
Nelle zone del biellese, vercellese e casalese i gestori degli acquedotti hanno chiesto ad alcuni sindaci di firmare provvedimenti per limitare il consumo di acqua all’uso essenziale. La richiesta riguarda Borgosesia, Brusnengo, Curino, Lozzolo, Roasio, Sostegno e Villa del Bosco Limitazioni già in atto in altri Comuni. Mentre nell’alessandrino è stato attivato un servizio di rifornimenti al serbatoio tramite autocisterne della protezione civile per i comuni di Pietramarazzi e Montecastello. Un’altra importante carenza idrica viene segnalata nella Bassa Valle Erro.
Un po’ meglio la situazione nell’astigiano, dove per il momento non si segnalano interventi di emergenza, ma la situazione è costantemente monitorata.

Marnati: “pronto a chiedere lo stato di calamità naturale”

Intanto, l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati è pronto a chiedere lo stato di calamità naturale per l’uso idropotabile dell’acqua. “La mancanza di neve, la scarsità di piogge e le temperature alte stanno creando seri problemi in maniera oramai diffusa in tutto il Piemonte”, ha sottolineato l’assessore. “Continuiamo a monitorare la situazione passo passo, ma siamo molto preoccupati. É molto probabile che fra qualche settimana si passi dal livello arancione di allerta a quello rosso con gravi danni al settore agricolo e al serio rischio di problemi per approvvigionamento dell’acqua per uso idropotabile”. “Le scorte in montagna – ha concluso l’assessore – sono destinate ad esaurirsi presto. É necessario da parte di tutti fare un uso molto parsimonioso dell’acqua”.

I dati sulle temperature massime degli ultimi 64 anni, infatti, non sono confortanti. Si è registrato un trend in aumento di 2.4°C, che ha visto un’accelerazione dal 1991 al 2021 con una crescita di 0.51°C in dieci anni. Solo nel 2021 si è segnato un più 0.8%. A preoccupare è anche la mancanza di neve, che segna un deficit del 65%, un valore che si registra solitamente nel mese di luglio.

Livelli di ozono preoccupanti

Alla crisi idrica si aggiunge l’allarme ozono. I bollettini dell’Arpa segnalano il livello di allerta 1 su una scala di 3, ma arriveremo al valore arancione 2. L’assessorato all’Ambiente del Comune di Torino ha ricordato l’importanza di “evitare attività ricreative con esercizio fisico intenso all’aperto nei luoghi soleggiati e di evitare, nei lavori all’aperto, di concentrare nelle ore di maggior caldo, ovvero tra le 11 e le 17 le attività faticose. E ancora, “ai soggetti più sensibili (bambini, anziani, cardiopatici, asmatici o persone affette da malattie dell’apparato respiratorio) si rammenta inoltre di evitare la permanenza all’aria aperta nei luoghi soleggiati. Il suggerimento per tutti è di integrare la propria dieta con cibi contenenti sostanze antiossidanti, come frutta e ortaggi freschi”.

Jessica Scano
Jessica Scano
Classe 1993, laureata in Scienze della comunicazione all'Università degli studi di Torino, giornalista pubblicista. La passione per il giornalismo la spinge a frequentare la Scuola di giornalismo e relazioni pubbliche Carlo Chiavazza di Torino. Ha svolto attività di ufficio stampa ed ha collaborato con diverse realtà del territorio, dalla carta stampata alla radio.

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