Nasce a Torino, nel centro del quartiere di Pozzo Strada, il primo Food Corner italiano della più grande compagnia europea di delivery Glovo. Il negozio, che ospita 15 postazioni di cucina professionali, richiama anche nel nome il luogo in cui è ubicato: Food Corner Podëstrà, dal nome dialettale del quartiere.
Gli obiettivi del Food Corner
Food Corner Podëstrà, che vuole essere uno spazio di condivisione mirando ad avere un impatto positivo sul quartiere, raccoglie al suo interno diverse realtà della ristorazione con l’obiettivo di rafforzare ancora di più il rapporto tra i partner aderenti al servizio di consegna e gli utenti. Un luogo dedicato a chef, rider e clienti, che unisce diverse cucine del mondo in un unico posto.
L’interno del primo negozio italiano di Glovo, nel quale si potrà ordinare direttamente in loco oppure comodamente da casa tramite app e ricevere l’ordinazione grazie ai rider, si trova una saletta riservata ai corrieri che potranno fare una pausa tra un ordine e l’altro, mentre ricaricano i loro dispositivi.

I primi brand aderenti
Cinque brand hanno già aderito al nuovo progetto di Glovo. Si tratta di Pinseria SB, Whimsy Kitchen, Amici Miei, Bun Burger e I Love Poke, tutti già operativi in cucina.
Ogni partner aderente ha i propri servizi, i propri magazzini e spogliatoi per assicurare la totale tracciabilità della singola filiera.
Elisa Pagliarani: “Il corner rappresent un asset pilota della nostra strategia di crescita”
Elisa Pagliarani, General Manager di Glovo Italia ha spiegato: “Il Food Corner rappresenta uno degli asset centrali su cui Glovo vuole fondare la propria strategia di crescita. Dopo aver avviato con successo progetti pilota in Spagna e in altri Paesi, abbiamo captato le grandi opportunità di sviluppo che il Food Corner offriva in termini di business e deciso di portare anche in Italia questo innovativo format. Viste le potenzialità di questo progetto, dopo Torino prevediamo di aprire nuovi Food Corner in tutta Italia, cominciando da Roma e Milano”.
Il Food Corner torinese si aggiunge ai cinque già attivi in Spagna, a quello in Romania, ai quattro in Ucraina e ai due in Georgia.