Il problema sicurezza si fa sempre più pressante sulla Città di Torino. In seduta comunale, la Sala Rossa ne ha lungamente dibattuto ed il sindaco Stefano Lo Russo ha annunciato un potenziamento dei presidi sul territorio, più pattuglie e più telecamere spiegando come l’Amministrazione intenda mettere in campo tre pilastri per contrastare la criminalità: controllo del territorio, investimenti sul sociale e reintegro dopo il carcere.
Due mozioni per l’utilizzo di taser
Un tema caldo e dibattuto quello dell’utilizzo dei taser da parte dei vigili municipali. In Sala Rossa, infatti, si sono approvate due mozioni: una dell’onorevole leghista Elena Maccanti e l’altra di Nadia Conticelli, capogruppo dem. I documenti richiedono a Giunta e Prefetto di valutare la dotazione del taser ed un’azione integrata di sicurezza ed equità sociale.
Uno strumento che potrebbe risultare efficace, oppure essere solo fumo negli occhi. Il segretario regionale del Sulpl, Piero Primucci, è un cambio di passo che richiede da tempo. “Non c’è motivo per cui gli agenti di polizia locale non debbano essere dotati di taser”, ha detto Primucci, come si legge sulle pagine del Corriere. Più scettico Pasquale Lopomo del Dipartimento di polizie locali, per il quale le priorità sono altre. “È necessario parlare di numeri e rendersi conto che 1482 agenti, comandante compreso, non sono sufficienti”. Numeri che rendono difficile mettere in strada le pattuglie necessarie alla vigilanza. “Chiediamo al comune una programmazione efficace – ha concluso Lopomo – che è sempre mancata”.
Continuano gli atti violenti: udienza per il ragazzo col machete
Intanto, gli atti violenti per le strade di Torino purtroppo continuano. Nelle scorse notti una gang in zona Vanchiglia ha importunato due ragazzi del Canavese mentre tornavano alla loro auto: minacce spintoni che hanno costretto i ragazzi a consegnare cellulari e portafogli ai tre aggressori. I malviventi sono fuggiti, ma la zona è ampiamente coperta da telecamere di videosorveglianza, e secondo la descrizione delle vittime potrebbero essere soggetti già conosciuti dalle forze dell’ordine.
Una escalation criminale portata alla ribalta dai fatti del machete. Il ragazzo, 28 anni, che lo scorso primo giugno ha rincorso un suo coetaneo brandendo un machete in pieno giorno, si è sempre dichiarato essere la vittima della vicenda. Il ragazzo, Hamza Zirar, avrebbe infatti raccolto l’arma da terra per difendersi, dopo essere stato attaccato da un gruppo di spacciatori.
Tuttavia, come riportato dall’Ansa, a suo carico ci sono due decreti di espulsione, denunce, stati di fermo e in alcuni casi arresti per ben 11 volte dal febbraio 2021 ad oggi. Il ragazzo è finito così sotto processo per direttissima, accusato di lesioni aggravate, ma non per possesso dell’arma. Zirar, in quanto irregolare, si trova ora nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Corso Brunelleschi. L’udienza della direttissima si è conclusa con un rinvio al prossimo 11 luglio.