È stato eseguito il provvedimento di espulsione a carico del ventottenne Hamza Zirar, che lo scorso primo luglio aveva rincorso un suo connazionale in corso Giulio Cesare armato di machete.
Zirar era infatti irregolare sul suolo italiano e a suo carico aveva già due ordini di espulsione. Arrivato in Italia nel febbraio 2021 senza documenti, aveva commesso una serie di reati tra cui rapina, furto e ricettazione. Arrestato quattro volte, sottoposto a fermo e denunciato almeno cinque volte. Il primo luglio, è stato fermato dalla polizia sul tram 4 con ancora il machete tra le mani.

A luglio la sentenza
Per i fatti del machete, Zirar si era difeso durante l’udienza di convalida spiegando di essere stato aggredito e di essersi difeso raccogliendo l’arma da terra, caduta ad uno dei suoi cinque aggressori. Zirar, difeso dall’avvocato Francesca D’urzo, aveva scelto il rito abbreviato; il giudice ascoltati i testimoni, aveva deciso di scarcerare il ragazzo in quanto il reato contestato non prevede una pena superiore ai tre anni di carcerazione. Tuttavia, Zirar non è mai tornato a piede libero perché subito traferito al Cpr in quanto irregolare.
Ora, ritornato ieri sera in Marocco dove ad attenderlo l’aspettano una moglie e due figli piccoli, così come ha detto alla D’urzo, Zirar non potrà assistere alla sua udienza di luglio, quando sarà emessa la sentenza nei suoi confronti.